Una scrittrice per amica: intervista a Federica Carbonin

Una scrittrice per amica: intervista a Federica Carbonin

In questa bella intervista realizzata da Gabriele Attadia, oggi incontriamo Federica Carbonin, scrittrice emergente e nuova collaboratrice di radio 32.
Vincitrice del Premio Nazionale Letteratura Italiana Contemporanea IX Edizione anno 2021/22, nella sezione fiabe e favole G e M con il racconto “Il cane Nor e il mondo elfico” e nella sezione I con la raccolta di racconti “Volare con la fantasia”. Sappiamo che il primo racconto verrà pubblicato all’interno di un’antologia per le scuole medie, mentre la raccolta, in cui confluirà anche il primo racconto, verrà pubblicata in un volume e sarà disponibile in libreria e/o su Amazon. Federica, ipovedente e socia de “L’Unione Italiana dei Ciechi (dal 2010 Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti)“, è il classico esempio che, con il giusto approccio, ‘si può fare’, si può lavorare per sviluppare i propri talenti e le proprie capacità.

In questa intervista ci racconta la sua storia e l’intervista diviene un modo per parlare di tutto, anche di argomenti solitamente tabù, come le difficoltà di affrontare la malattia e l’esperienza di rischiare la morte fin dalla tenera età. Con questa intervista, entriamo nel suo mondo, fatto di cultura, resilienza, resistenza, sport e molto altro ancora. E lo facciamo in modo semplice, a volte schietto, sempre con il sorriso e un pò di humor.

Buon ascolto!

“Nel corso della mia vita ho praticato molti sport e discipline: il cavallo (equitazione e volteggio) è quello che ho fatto per più anni (undici), ho fatto nuoto da piccola (l’ho ripreso ora), ginnastica, danza moderna, pilates, baseball per non vedenti, judo e spero di non averne dimenticato nessuno. La motivazione che mi ha spinto ad iniziarli è stata spesso la curiosità di provare una cosa nuova. Lo sport al quale sono affezionata di più è il cavallo, che ho smesso per gli impegni della vita in quanto i maneggi spesso sono fuori città e ci vuole tempo ( ed una macchina che io non ho) per raggiungerli. Attualmente gli sport che pratico sono il nuoto e la corsa. Il nuoto l’ho incominciato perché è uno sport completo e poi volevo vedere se era realmente noioso com’ero convinta, ma anche e soprattutto perché volevo vincere una sfida contro me stessa: nuoto è uno sport che io già praticai prima di avere il tumore (prima dei cinque anni), una volta guarita, ho avuto il rifiuto di nuotare e soprattutto di andare nell’acqua dove non toccavo. La sfida l’ho vinta perché ora nuoto e vado anche nell’acqua alta, inoltre ho constatato che il nuoto non è uno sport noioso. La corsa invece l’ho incominciata perché prima di conoscere Achille’s non pensavo che chi avesse problemi di vista potesse correre, quindi anche questa seconda è stata una “sfida” per vedere se riuscivo a correre.”

Il sentiero alternativoFederica Carbonin
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