“Racconti da dietro le sbarre”. Conoscere il carcere grazie al lavoro dell’associazione Matricola

“Racconti da dietro le sbarre”. Conoscere il carcere grazie al lavoro dell’associazione Matricola

 

 

L’associazione ‘Matricola’ nasce per realizzare progetti dentro e fuori il carcere, portare solidarietà e un supporto concreto ai detenuti e alle detenute.

L’associazione, da una parte, intende sensibilizzare sulle condizioni nelle carceri, dall’altra, vuole realizzare laboratori e corsi di formazione nel carcere stesso: giornalismo, cineforum, corsi di editoria e serigrafia.

In questa intervista abbiamo voluto smontare i pregiudizi legati al mondo dei detenuti e conoscere meglio questo ‘mondo parallelo’.

I diritti negati, la riabilitazione mai veramente realizzata, le difficoltà di reinserimento nella società e le recidive. Una realtà letta da un punto di vista sistematicamente ignorato, quello del detenuto.

 

PIACERE, EDMOND

Volete darmi un nome? Beh, fate pure.

Per molti sono il secco, ultimamente mi chiamo niño, per lo Stato balordo sono la matricola 1312, chiamatemi Dante se volete, il mio purgatorio è una cella e il mio inferno alberga nel mio sguardo. Chiamatemi povero Diavolo se do questa impressione, ma non vi dirò il mio vero nome, non lo dirò per due motivi. Uno, qui lo sento così poche volte che l’ho scordato e sentirlo pronunciare, in varie circostanze, mi coprirebbe di nostalgia. Porto la maschera dello spietato ma non è così. Secondo, metto la mia anima su un foglio, ma io non mi fido. Nei circuiti in cui ho vissuto si ride, si rischia e si muore; è talmente tanto che non amo che vorrei amarvi, ma non posso, queste catene impongono l’odio. Ma un uomo schiavo dell’odio vede solo a metà, quindi voglio amarvi senza palesarmi, così domani potremmo tranquillamente odiarci.

Oggi la giornata è magra perché non vi conosco ma vi ho pensato, un abbraccio da un prigioniero di Stato.

 

Edmond Dantès

 

MATRICOLA 1312

Matricola 1312 è una storia, la nostra storia. Allora, ho deciso di non spiegarvi nulla, il blog che state leggendo ve lo spiegherà da solo. Io mi limito a raccontarvi una parte di questa storia.

Dopo quasi un anno che il progetto e il blog Matricola esistevano un attore si interessò agli scritti di Edmond. Diceva – “c’è un talento straordinario, reincarna in chiave moderna la tragedia greca, lui si erge a capro espiatorio del male, coinvolge e libera, nonostante la libertà sia la cosa più lontana nella sua vita ora”. Così ci chiese se poteva leggere i racconti in un ristorante. Era giugno e a Roma faceva caldo. Il ristorante si trovava in una via del centro. Il centro di Roma, non basterebbe un intero libro per esprimere le sue contraddizioni.

Questa storia è quasi finita, ma la nostra è appena cominciata.

Noi abbiamo raccolto una penna gettata da una grata, l’abbiamo stampata. Perché con voi questa grata la vogliamo ribaltare in arte.

Perché di carcere non vogliamo più né vivere, né morire.

 

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