“Prendi a calci la disabilità”, il progetto inclusivo della Totti Soccer School. Siamo andati a conoscerli

“Prendi a calci la disabilità”, il progetto inclusivo della Totti Soccer School. Siamo andati a conoscerli

“Prendi a calci la disabilità” è il nome del progetto nato all’interno della Totti Soccer School per accogliere ragazzi con disabilità intellettiva che vogliono giocare a calcio.

Siamo andati a trovare i ragazzi del progetto durante gli allenamenti ad Ostia presso il centro sportivo Longarina.

Premi Play per ascoltare le interviste


Ad attenderci oltre che i ragazzi già in campo, cerano alcuni genitori, lo staff tecnico e una delle 6 psicologhe che fanno parte dell’equipe.
Abbiamo attraversato la storia della scuola nata su impulso dell’ex capitano giallorosso Francesco Totti e della sua famiglia che da oltre dieci anni porta avanti sempre con la stessa passione questa grande avventura calcistica che ha prodotto anche un progetto di calcio integrato ricolto e aperto a bambini e ragazzi con disabilità.
Durante la consueta partitella abbiamo intervistato Giulia Agnini, psicologa dello sviluppo, che ci ha raccontato il progetto e il ruolo del gruppo di psicologi e psicologhe che coordinandosi curano la parte più delicata e educativo terapeutica del progetto e il tecnico Valerio Antelmi che ci ha raccontato invece come sono gestite le squadre e le categorie nelle quali questi ragazzi si misurano di settimana in settimana.
Entrambi ci hanno sottolineato l’importanza e l’efficacia della loro proposta educativa che valorizza la globalità della persona; Il bambino al centro visto nella sua interezza di crescita fisica, motoria, emotiva, intellettiva sociale.

Il progetto “diamo un calcio alla disabilità” ha come priorità l’attività sportiva, il gioco di squadra, con l’obiettivo dell’integrazione con i coetanei normodotati. Fondamentale è la valenza educativa dello sport, infatti anno dopo anno viene confermata dall’esperienza la validità del progetto nel suo fondamentale contributo alla crescita personale, sociale e relazionale di tutti i partecipanti, sia atleti che genitori, abili e no.

Please follow and like us:
Pin Share