Perché facciamo attivismo in Salute Mentale? Ne parliamo alla RAI

Perché facciamo attivismo in Salute Mentale? Ne parliamo alla RAI

In occasione dell’intervista per ‘Spazio Libero‘ di Rai 3, trasmissione di approfondimento a cura di Rai Parlamento, dedicata al mondo dell’associazionismo e del volontariato, fatta ormai un anno fa, nel pieno dell’emergenza pandemica (fu uno dei primi incontri in cui tornammo in presenza). Vi riproponiamo questa intervista e ci concediamo un momento per parlare di noi, ed in particolare, del nostro impegno nell’ambito dell’attivismo in Salute Mentale: abbattere i pregiudizi e lo stigma di chi vive un problema di salute, malattia e/o disabilità, fisica, sensoriale e/o di salute mentale per promuovere reti formali e informali attorno alle persone in carne ed ossa. Al di là delle diagnosi. Perché tenere a mente la qualità di vita di ‘chi’ abbiamo di fronte, e agire di conseguenza, fa la differenza. Anche in termini clinici.

Buon ascolto!

Il nostro manifesto

“Radio 32 nasce dalla volontà di cittadini, professionisti e volontari di affrontare le fondamentali questioni legate alla tutela della salute da una prospettiva diversa, in grado di mettere veramente al centro la persona prima dei sintomi e delle malattie. 

Radio 32 è una radio comunitaria, che vuole essere un’ottima ‘scusa’ per connettersi e creare reti informali, formali, territoriali e/o istituzionali. Reti di cittadini che in nome dell’articolo 32 della Costituzione italiana si impegnano ogni giorno per tutelare veramente la salute delle persone e della nostra società.

Da qui la nostra attenzione verso le parole. Handiccapato, matto, tossico, migrante, vecchio, malato, disoccupato sono solo alcune delle tantissime ‘categorie‘ con cui etichettiamo ‘chi non ce la fa‘. ‘Parole’ che racchiudono vite singolari e particolari, perché dietro tutte queste ‘etichette’ ci sono persone: con le loro storie, i loro obiettivi e i loro difetti. E percepirlo non lascia indifferenti. Riteniamo che mettere al centro queste esistenze sia fondamentale per migliorare radicalmente la condizione esistenziale di tutti. Perché la medicina, da sola, può ben poco. Serve un sistema di cura basato sulla collettività e vogliamo favorire una rivoluzione culturale, un cambio di paradigma, nel mondo dell’assistenza e del supporto alle persone con un disagio fisico e/o mentale.

Perché essere malati,  oggi, è soprattutto un fastidio sociale.

La povertà è divenuta una malattia, così come l’handicap e la vecchiaia. Anche emigrare, grande tradizione del nostro paese, è divenuta una malattia. Malati, inesorabilmente, divengono coloro che per professione si occupano dei marginali, di coloro che presentano “patologie sociali e relazionali” non curabili con un analgesico. 

Radio 32 sarà un orecchio attento in un mondo dove, a dispetto del moltiplicarsi delle voci e degli strumenti di espressione, la capacità di ascoltare è sempre più rara. E faremo tutto questo con il sorriso, il primo vero atto di prevenzione, il primo atto di cura, il gesto forse più rivoluzionario in questo preciso momento storico.”

Radio 32

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