Patrizia Saccà sorride e… illumina

Patrizia Saccà sorride e… illumina

Patrizia Saccà ci accoglie nella sua casa (tramite webinair) con il sorriso e un’energia che traspare in ogni movimento, gesto, parola. Podcast estratto dalla trasmissione ‘Accesso Totale’

Patrizia Saccà si racconta come una “funambola in equilibrio tra cielo e terra” e dall’incontro è facile capirne il motivo. Autrice del libro autoprodotto ‘Yoga a Raggi Liberi’, frutto di un percorso evolutivo e di riconoscimento (“un dono per il dono ricevuto” dal supporto e incoraggiamento della madre nei momenti di crescita), si diploma Istruttrice di Yoga grazie a CSEN, quando tutto sembrava impossibile agli occhi di molti.

Lo Yoga arriva per Patrizia come un qualcosa che doni equilibrio nell’esperienza sportiva paraolimpica di giocatrice di tennis tavolo (28 anni di agonismo, 4 mondiali, 24 europei, 2 paralimpiadi). Ben presto porta molto di più nella sua vita. Quella relazione tra mente e corpo che trasforma e invita a donare ciò che si è appreso.

Patrizia è una pioniera, nel senso di “apriporta” verso un mondo d’inclusione attraverso lo sport e di raggiungimento del benessere.

Osservatrice attenta dell’evoluzione del rapporto tra sport e salute che, in ogni ambito, dal sociale al sanitario, è oggi una realtà affermata (la pratica del tennis tavolo ad esempio come mezzo di riabilitazione nelle Unità Spinali).

Lo Yoga “seduti in carrozzina” è un atto di accoglienza verso chi non penserebbe di poter vivere l’esperienza ed è un messaggio per chi, “stando in piedi”, percepisce limiti dove, forse, non ve ne sono.


L’incontro con lo sport non è casuale, alle spalle c’è l’equitazione ma a 13 anni il cambiamento occorso dopo un incidente determina la necessità di fare i conti con lo sconosciuto e l’impensabile, la paraplegia. Dopo anni c’è quindi nuovamente lo sport: con Ugo Foltz (poi con molti altri allenatori) inizia a studiare la tecnica del tennis tavolo competendo con normodotati. Fin dall’inizio Patrizia manifesta una visione chiara, quella di usare lo sport come mezzo d’inclusione per combattere l’emarginazione.

In queste diverse esperienze matura una mentalità che negli anni ha attraversato il dialogo con le realtà federative sportive per persone con disabilità, impegnate anch’esse a costruire un pensiero trasformativo e di “passaggio” dalle etichette che segnalano cosa “manca” a quelle in cui possiamo pensare a “aggiungere”. L’accessibilità e i diritti di tutti e tutte, passano per Patrizia attraverso la conoscenza, e solo attraverso di essa è possibile maturare trasformazioni e cambiamenti politici e culturali.
Patrizia non si “ferma”. Questo trasporto ideativo che muove in se stessa travolge e coinvolge chi la circonda. Le idee sono di portare riflessione e buone pratiche in luoghi dove questo è meno presente. Lavorare sull’accessibilità, insegnare il tennis tavolo nelle scuole e lo Yoga “anche da seduti” agli istruttori che possono diventare amplificatori di un messaggio: siamo tutti, diversamente portatori di una domanda che merita una risposta. Domande diverse che possono trovare risposte comuni e al contempo insegnare in quanti modi si possano gestire i compiti che la vita ci propone. Per Patrizia Saccà, la medaglia d’oro è oggi insegnare e trasmettere agli altri quanto si è raggiunto negli anni di lavoro nel settore dello sport, delle disabilità e della salute in quanto benessere e partecipazione.
La nostra Redazione e i conduttori (Daniele Lauri, Roberto dell’Aquila, Cristiano Bocci, Massimo Scarabattoli, Alessandro Napoli, Filippo M. Jacoponi) concordano sulla necessità di lavorare sulla conoscenza e l’azione di maggiore esposizione di chi lotta per i diritti “propri e degli altri”, l’impegno a diffondere le buone pratiche di inclusione anche nello sport di base, nelle periferie, attraverso la partecipazione delle persone con diverse esigenze, bisogni, punti di partenza.
…devi capire l’interezza della vita, non solo una parte di essa…, il mondo in sé è indivisibile.” (cit. Krishnamurti J. In Yoga a Raggi Liberi. Surya Namascar, 2018, di Patrizia Saccà).

A cura di Filippo M. Jacoponi

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