Durante l’evento ‘matto, ribelle e handicappato’, con Fabiano Lioi vediamo il mondo dei ‘parcheggi a cazzo’, della mobilità, dell’accessibilità di una grande città dal punto di vista della persona con disabilità e presentiamo la sua iniziativa.
L’iniziativa “Parcheggio a cazzo” nasce per chiunque si trovi in una condizione di disagio a causa di un’automobile, un motorino o un altro veicolo parcheggiato male. Non nasce dunque solamente per chi ha una disabilità motoria ma, ad esempio, anche per una mamma con il passeggino che si trova in difficoltà ad uscire dalla propria vettura perché qualcun altro ha parcheggiato “a cazzo”.
La logica è quella della rivalsa, “occhio per occhio, dente per dente, tu dai fastidio a me nel parcheggiare la macchina tua come ti pare e piace e a me viene istintivo parcheggiare il mio adesivo sulla tua macchinetta” afferma Fabiano Lioi, l’ideatore di tale iniziativa.
L’immagine dell’adesivo, che è una “copia d’autore” del cartellino di permesso per disabili, è scaricabile dalla pagina facebook “UAVE”, acronimo di Urban Action Viral Education, il cui scopo è quello di ampliare la visione della società.
Si tratta di una comunità che si muove attraverso un “virale di tipo educativo” il cui fine è quello di insegnare a non parcheggiare male, tramite il palesamento di ciò che dovrebbe già essere evidente ma non lo è per tutti, di certo non per coloro che parcheggiano a cazzo.
“Dal titolo provocatorio ma con tutte le migliori intenzioni, #parcheggioAcazzo intende sensibilizzare i cittadini ad un ritrovato senso civico con particolare attenzione alle fasce meno tutelate. #parcheggioAcazzo, è un atto poetico/urbano contro il degrado e l’inciviltà” è ciò che si legge nella pagina UAVE.
Questa iniziativa dall’ironia pungente fa parte delle “Politiche contro l’immobilità del cervello” e in particolare per il Luogo Comune di Roma. Oltre a “Parcheggio a cazzo”, questa iniziativa vorrebbe essere la prima di una serie di virali educativi che sarebbero estesi ed applicati a tanti altri concetti. Un’altra iniziativa, dice Fabiano Lioi, potrebbe avere come obiettivo quello di segnalare le “Strade fatte a cazzo”.
Ecco le istruzioni per contribuire a rendere virale “Parcheggio a cazzo”:
Stampa l’immagine #parcheggioAcazzo nel formato che preferisci e fanne dono ai veicoli che trovi parcheggiati in modo scorretto.
Scatta due foto al veicolo incriminato, una dove si veda il luogo e una dove si veda l’adesivo #parcheggioAcazzo, in ne invia tutto all’indirizzo e-mail uaveblog@gmail.com o alla pagina UAVE.
Articolo di Martina Cancellieri