In questa puntata di Dica 32, intervistiamo Gianfranco Falcone, psicologo, persona con disabilità, attivista del Disability Pride Network. “Lavoro come psicologo. Non ho figli e non sono sposato. Sono in carrozzina, non cammino e le mie mani funzionano solo al dieci per cento. E allora? Vi sembra un buon motivo per stare a casa? A me no.” Tuttavia, la forza di volontà individuale non basta, se è il contesto a creare, e dare per scontate, l’inaccessibilità delle nostre città. “Milano gode ottima stampa ma se devi girarci in carrozzina della buona stampa non ti importa poi più di tanto” dice, e scrive (clicca qui) Gianfranco.
“Esiste una cosa che si chiama Peba, il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche – spiega l’organizzatore della manifestazione [Disability Pride Milano], Andrey Chaykin – Molti comuni l’hanno adottato in questi anni, ma spesso resta una risorsa sterile, che non produce effettivi benefici per i cittadini disabili. Accade purtroppo anche, e ancora, a Milano, dove i mezzi pubblici sono spesso inaccessibili, e dove il gradino di un marciapiede spesso diventa un ostacolo insormontabile per chi è in carrozzina e vorrebbe essere autonomo. Perché per le grandi opere come Expo, o come le Olimpiadi nel 2026, si spendono milioni di euro, e invece per l’integrazione delle persone con disabilità si investe così poco?” (Per approfondire, clicca qui).
Nella prossima puntata, avremo ai nostri microfoni proprio Andrey Chaykin, promotore e organizzatore del Disability Pride Milano, insieme ad Abbatti le Barriere, appena svoltosi il 10 e 11 giugno.
Con Gianfranco, in questa puntata, parliamo di questo e di molto altro (#contenzione, #diritto alla #salute, #stigma, #economia, #rsa, ecc.), a modo nostro. Un modo un pò disordinato, ma libero, autentico. Per mettere al centro le enormi difficoltà culturali, sociali ed economiche che le persone con disabilità sono costrette a vivere. Buon ascolto.
Una piccola bio dell’ospite di oggi

“Mi chiamo Gianfranco Falcone. Sono nato nel 1961 e vivo a Milano. Da giovane ho viaggiato molto: Europa, Asia, Medio Oriente, States. Ho fatto i mestieri più disparati: imbianchino, pizzaiolo, lavapiatti, giornalista, educatore nel mondo della disabilità, e poi educatore di strada con i ragazzi del carcere minorile. Mi sono fermato e mi sono laureato in Filosofia. Ho insegnato nelle scuole elementari, dove ho aperto e gestito per anni uno sportello psicopedagogico. Ho lavorato come psicoanalista laico.Nel 2014 sono stato colpito da una malattia rara: la Guillaine Barré, che mi ha mandato in coma e reso tetraplegico. Ho passato tre anni in ospedale e mi sono laureato in psicologia.
Lavoro come psicologo. Non ho figli e non sono sposato. Sono in carrozzina, non cammino e le mie mani funzionano solo al dieci per cento.
E allora? Vi sembra un buon motivo per stare a casa? A me no. Per questo ho affrontato nel 2019 il mio primo viaggio in carrozzina insieme a un amico in direzione Berlino e Oslo. In cerca di avventura ho viaggiato anche in solitaria. Da solo sono stato a Catania, Roma, Palermo.Ho pubblicato diversi libri, a volte con lo pseudonimo di Mario Mascaro.Il mio ultimo romanzo si intitola 21 volte Carmela, pubblicato con Morellini. Con Prospero Editore è uscito il dialogo teatrale Amori a rotelle, presente nell’antologia Ci sedemmo dalla parte del torto.Curo il blog Viaggi in carrozzina sul settimanale L’Espresso, scrivo per la rivista on line mentinfuga, collaboro con la testata Left, il quotidiano il manifesto, e fotograficamente con Canon.”