Gianluca Palazzi e lo Sport come Riscossa

Gianluca Palazzi e lo Sport come Riscossa

«Tutto è iniziato perchè tre anni fa sono rimasto in carrozzina, per un intervento sbagliato alla colonna vertebrale. La mia vita è cambiata all’improvviso. Sono stato ricoverato per parecchi mesi in un centro di riabilitazione e quando sono uscito il mio quotidiano era pensare a quello che avevo perso, cioè le gambe. Un pensiero fisso che mi tormentava in ogni momento»


Gianluca Palazzi come tanti aveva una vita normalissima, lavorava nella Direzione Sanità e Igiene del Vaticano. A 44 anni il suo mondo, come quello della sua famiglia, viene stravolto completamente.
Il primo intervento l’ha subito nel 2012, seguito da altri.
La sua quotidianità è cambiata da quando ha iniziato a praticare sport.
Da anni pratica il basket in carrozzina con il Santa Lucia Basket di Roma, società sportiva dilettantistica stella d’oro al merito sportivo, da decenni impegnata nella promozione della pratica sportiva per persone con disabilità, che milita in Serie A1, massimo livello del Campionato italiano di pallacanestro in carrozzina.


“ Ho conosciuto il basket in carrozzina e lì ho incominciato a vedere qualcosa di diverso. Prima di tutto mi sono approcciato con uno sport di squadra, quindi è qualcosa che fai insieme agli altri con disabilità diverse l’uno dall’altro o anche normodotati. A quel punto lo sport mi ha aiutato perchè non pensavo più a quello che avevo perso, ma soprattutto a quello che avevo e potevo sviluppare sempre meglio con lo sport”.
Come racconta durante la trasmissione di Lunedi 15 Aprile ospite in studio durante la diretta di Grinta e Passione, da anni è testimonial anche diretto della mission più importante, ovvero quella di stimolare altri ad avvicinarsi allo sport
«Ci sforziamo quotidianamente di cercare persone per aiutarle. Oltre al lato agonistico con il campionato, il nostro obiettivo è mandare un messaggio diverso. Spesso andiamo negli ospedali e nelle scuole a dare delle dimostrazioni delle nostre esperienze, per sensibilizzare questo discorso – continua Gianluca – Il mio inizio nel basket è stato proprio perchè uno dei pilastri del “Santa Lucia”, con il presidente e il capitano, mi hanno chiamato chiedendomi di provare. Mi sono messo in gioco. Ho iniziato l’attività con loro, a confrontarmi con i compagni di squadra e lì non sono cresciuto solo sportivamente, ma anche nella mia forza d’animo e disabilità».
Da gennaio Gianluca è il primo atleta paralimpico della neonata Athletica Vaticana, la prima associazione sportiva del Vaticano, in cui si trasmette non solo il messaggio di Fede, ma anche quello dell’integrazione.
Athletica Vaticana è un’associazione dilettantistica composta da circa sessanta tesserati: esiste come gruppo sportivo già dal settembre del 2017 – come già esiste un campionato di calcio in Vaticano – ma oggi ne è stata annunciata la sua formazione ufficiale e la sua affiliazione alla Federazione Italiana di Atletica Leggera (Fidal), cosa mai successa prima per una squadra straniera.
Dal 1 gennaio 2019 Athletica Vaticana può quindi partecipare ufficialmente a tutte le manifestazioni di atletica leggera che si svolgono in Italia, e intanto ha avviato l’iter per affiliarsi anche all’Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera (Iaaf) per poter competere anche nel resto del mondo.

L’associazione è composta per lo più da cittadini e dipendenti degli uffici della Città del Vaticano, preti, guardie svizzere, suore, operatori museali, falegnami, agricoltori, vigili del fuoco. Oltre a questi ci sono anche due atleti “onorari”: Buba Jallow, un 21enne del Gambia, e Amsou Cisse, un 19enne del Senegal, due richiedenti asilo ospitati nel Cara di Castelnuovo di Porto, vicino a Roma, gestito dalla cooperativa “Auxilium” e Gianluca Palazzi appunto come primo atleta paralimpico.
Oltre a giocare a Basket Gianluca Palazzi pratica anche il lancio del peso, giavellotto e disco.
L’altra passione è il Padel che pratica nella Cannottieri Aniene, tra i primi in Italia a praticarlo in carrozzina. Il Padel nasce negli anni ‘70 in Messico, a metà tra il tennis, lo squash e il racquetball. Le regole sono le stesse del tennis, si gioca in quattro, su un campo con dimensioni molto più ridotte (20 metri per 10) che può essere out o indoor.
A delimitarlo una rete e pareti trasparenti laterali – e a fondocampo – che vengono utilizzate nel gioco. Se la pallina – che è quella del tennis, ma se ne utilizzano anche di più leggere, – rimbalza può essere infatti respinta con la racchetta – che invece è più piccola, non incordata e a piatto pieno con forellini.

Origine e storia del Basket in Carrozzina

La pallacanestro in carrozzina è una delle discipline con storia maggiore, essendo stato il basket uno dei primi sport utilizzati per le terapie riabilitative – in particolare dal neurologo Ludwig Guttmann – già per i reduci della seconda guerra mondiale.
Ludwig Guttmann ( 1899 – 1980) è stato un neurologo e dirigente sportivo tedesco naturalizzato britannico, celebre per aver promosso le attività fisiche dei disabili ed averne organizzato il movimento sportivo, di cui è considerato il padre fondatore.
Prima di iniziare ufficialmente l’attività, tutti gli atleti sono sottoposti ad una valutazione sul campo da parte di una Commissione Classificatoria. In base alle capacità funzionali residue, ad ogni giocatore viene così assegnato un punteggio che internazionalmente va da 1,0 a 4,5. Cioè ad un handicap maggiore (e quindi a potenzialità fisiche minori come, ad es. un paraplegico con scarso o nullo controllo del tronco) corrisponde un punteggio di 1,0 punti e, viceversa, ad un handicap meno importante (es. un amputato ad una gamba sotto il ginocchio) corrisponde il punteggio maggiore. In Italia, è possibile schierare in campo, tra gli altri, un giocatore normodotato, classificato come punto 5 (questa è una regola transitoria a scopo promozionale, dettata soprattutto dalla scarsità di atleti e tesa, appunto, ad incrementare il numero di squadre partecipanti ai campionati nazionali).
Al fine di garantire il massimo equilibrio tra le squadre in campo, durante le partite la somma dei valori di ogni quintetto non deve superare i 14,5 punti. Questa regola è nata quando Nazionali come quella di Israele stravincevano i campionati mondiali con in campo quintetti composti per lo più da poliomielitici, che avevano potenzialità fisiche superiori a quelle degli americani che giocavano con squadre di paraplegici.
Il campionato italiano di basket in carrozzina è organizzato dalla Federazione Italiana Pallacanestro In Carrozzina, nota con l’acronimo F.I.P.I.C. dal 1978. La squadra vincitrice è Campione d’Italia e partecipa alla Coppa dei Campioni. Altre competizioni internazionali a cui partecipano le squadre italiane sono la Coppa Vergauwen, la Coppa Brinkmann e la Coppa Challenge.

Note e fonti bibliografiche
https://progetti.ognisportoltre.it/projects/475-santa-lucia-basket-go-on?fbclid=IwAR1o7QyWpIbeYWAR_JFfpsFKJc7orRmVuTAtl
http://www.federtennis.it/paddle/laStoria.asp
http://www.fidal.it/content/La-Santa-Sede-corre-nasce-Athletica-Vaticana/118551

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