30 anni di Accademia della Follia

30 anni di Accademia della Follia

La “Real Academia de España en Roma” ha presentato la performance dell’ACCADEMIA DELLA FOLLIA questo venerdì 18 marzo. Versi di cantastorie e pièces teatrali si muoveranno nei suggestivi spazi dell’Accademia Reale di Spagna per presentare la nascita ed il metodo di lavoro dell’Accademia della Follia, nata oltre trent’ anni fa nell’Ex Ospedale Psichiatrico di Trieste.

Performance a cura di Antonella Carlucci, con la participazione di Marzia Ritossa, Gabriele Palmano, Pavel Berdon, Darko Kuzma e Giuseppe Feminiano.

In questa occasione abbiamo intervistato Pavel Berdon , Giulia Misculin e Giovanna Del Giudice.

Buon ascolto

L’Accademia della Follia è un laboratorio di artigianato teatrale giornaliero che lavora con il metodo di teatro Claudio Misculin. Il Laboratorio è tenuto da Antonella Carlucci (Regista) e Alice Gherzil (Cantante), in collaborazione con Sarah Taylor (Coreografa).

L’ACCADEMIA DELLA FOLLIA COME SCUOLA DI TEATRO

Perché il teatro è importante? L’Accademia della follia basa il suo metodo di lavoro nella convinzione che la “follia” è un valore aggiunto nel campo artistico. Noi studiamo come, attraverso il corpo, l’esercizio quotidiano e l’introspezione psicofisica, si possa arrivare al benessere personale e al raggiungimento della realizzazione di ogni individuo.

IL TEATRO

Quindi il teatro diventa anche mezzo, di concreta e quotidiana mediazione dei soggetti, sani o malati che siano. La peculiarità del nostro eserciziario standard consiste nel sudare. Ovvero di impegnarsi attraverso il fisico per arrivare a delle rappresentazioni teatrali che possano trasmettere le peculiarità di ogni soggetto e del personaggio che esso interpreta.

“L’attore è un involucro muscolo/tendineo atto alla rappresentazione emotiva.”CLAUDIO MISCULIN

L’ALLENAMENTO

L’allenamento cambia da persona a persona; le persone sono maledettamente diverse tra loro, tanto più se hanno grosse fragilità fisiche e psichiche. Il corpo rimane il centro del problema e la soluzione principale, però senza tradire l’aspetto delle debolezze.

Infatti anche nel caso di persone che hanno un fisico fortemente deteriorato, noi puntiamo sempre sul corpo. Naturalmente tenendo presente il punto di partenza del suo stato e la difficoltà di crescita, però sempre il corpo è il clou del nostro interesse: a ognuno si chiede il massimo sforzo e poi ognuno fa quel che può. Cioè uno vale per ciò che produce, in rapporto a ciò che è o può. Poiché:

Il corpo è il tabernacolo di tutte le contraddizioni e di tutte le rappresentazioni delle contraddizioni, ed è così: è seguendo il procedimento pratico (e teorico in senso inverso), che abbiamo potuto riconoscere che la malattia mentale è una questione fisica, come il mal di fegato o di piedi.CLAUDIO MISCULIN

Qualunque tecnica atta o conducibile alla rappresentazione va bene: mimo, psicodramma, prosa, kammerspiele, lirica e rock, clounerie e tutto il resto…va bene tutto e tutto il resto.

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