Oltre gli stereotipi sull’immigrazione

Oltre gli stereotipi sull’immigrazione

In questa puntata, parliamo degli stereotipi più diffusi su profughi e migranti, commentando il contributo di Teresa Mannino per Emergency.

 

Immigrazione: Diamo i numeri

www.dossierimmigrazione.it

 

“Al 31 dicembre 2016 il numero dei cittadini stranieri residenti in Italia (5.047.028) è aumentato di appena 20.875 persone rispetto al 2015; eppure tra sbarchi, altri flussi in arrivo e cancellazioni anagrafiche, i movimenti migratori hanno interessato quasi 1 milione di persone. L’esiguo aumento netto di questa popolazione è stato anche determinato dal gran numero di acquisizioni della cittadinanza italiana. Tra i 5 milioni di residenti stranieri, 3.509.805 sono i non comunitari. Tuttavia, l’archivio dei permessi disoggiorno ne attesta 206.866 in più, costituiti soprattutto da nuovi arrivati, ancora in attesa di essere registrati come residenti. Tenuto conto del divario tra arrivi regolari e registrazioni anagrafiche, che riguarda anche i cittadini comunitari, la stima della presenza straniera regolare complessiva è – secondo il Dossier – di 5.359.000 persone.”

 

“Nel 2016, tra i cittadini italiani le morti sono prevalse sulle nascite di 204.675 unità (tendenza in corso da diversi anni). Anche l’intera popolazione residente (italiani e stranieri) è diminuita (-76.106) seppure in maniera più contenuta grazie alla compensazione assicurata dai nuovi arrivi (per quanto meno numerosi rispetto al passato) e alle nascite da genitori stranieri (69.379, il 14,7% del totale). Secondo le previsioni demografiche dell’Istat, tale scenario caratterizzerà l’intero periodo 2011-2065. L’ipotesi più probabile (scenario mediano) prevede 300mila ingressi netti annui dall’estero all’inizio del periodo e 175mila alla fine. Nel corso di questo mezzo secolo la dinamica naturale sarà negativa per 11,5 milioni (28,5 milioni di nascite e 40 milioni di decessi) e quella migratoria sarà positiva per 12 milioni (17,9 milioni di ingressi e 5,9 milioni di uscite). Il margine d’incertezza finale è tutto sommato contenuto: le entrate si collocano tra i 16,7 milioni nell’ipotesi bassa e i 19,3 milioni nell’ipotesi alta, mentre le uscite tra i 5 e i 7 milioni. Complessivamente, la popolazione residente non diminuirà e si assesterà sui 61,3 milioni, ma sarà molto diversa la sua composizione: l’incidenza degli ultra65enni sfiorerà il 33%, si ridurranno i minori e le classi di popolazione in età lavorativa, aumenterà l’incidenza degli stranieri. Alla fine del periodo potranno essere 14,1 milioni i residenti stranieri e 7,6 milioni i cittadini italiani di origine straniera: nell’insieme più di un terzo della popolazione. Alla luce di queste precisazioni a preoccupare maggiormente dovrebbe essere la scarsa capacità dell’Italia di attrarre e integrare i cittadini dall’estero.”

 

Il Dossier Statistico Immigrazione 2017, curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS e, per il terzo anno consecutivo, con il Centro Studi Confronti e con il sostegno dei fondi dell’Otto per Mille della Chiesa valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi e con la collaborazione dell’UNAR, giunge alla 27a edizione nel 20° anniversario della scomparsa di mons. Luigi Di Liegro, sacerdote che diede il suo convinto appoggio a una strategia informativa impostata sui dati statistici, ancora oggi spesso disattesa. L’impegno attuale resta quindi quello di far prevalere l’oggettività dei dati sulle percezioni, che addirittura hanno indotto a pensare che glistranieri fossero pari al 30% della popolazione (indagine Ipsos-Mori 2015). Vanno maggiormente ascoltate e valorizzate le “voci di confine”, come auspicato da un progetto di comunicazione che l’Ong Amref, insieme a molte altre organizzazioni tra cui IDOS, porta avanti con ilsostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Si sollecita così una diversa attenzione alle storie degli immigrati e ai loro paesi di origine. Il Dossier presenta un contesto che va continuamente modificandosi e in cui gli immigrati e i loro figli assumono una rilevanza sempre maggiore dal punto di vista demografico, economico, occupazionale e socio-culturale. È indispensabile essere consapevoli di questa evoluzione, cercando di far coincidere il piano delle decisioni pubbliche e del sentire comune con il mondo reale, impostando una convivenza fruttuosa.

 

 

 

 

 

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