Sono andata a guardare il significato del termine inglese burn out.
A volte illumina.
Diciamo,in sintesi, che la regola nell’ambito dell’associazionismo è caricare di lavoro gli operatori perché l’ offerta lavorativa, nel rapporto con l’ istituzione, è al ribasso.
Quando la materia lavorativa è umana però il coinvolgimento nelle situazioni non permette il giusto distacco tra ambito lavorativo e spazio personale (amici,famiglia, svago). Molto più a rischio le persone fortemente motivate perché l’idea sarebbe quella di aiutare chi chiede aiuto. La nostra frustrazione in genere deriva dalla distanza che percepiamo esserci tra le aspettative generate e la risposta reale alle attese.
Spesso noi operatori del sociale siamo ” usati” per contenere il disagio, non per fornire strumenti per superarlo. Non siamo liberi nel fare il nostro lavoro e anche molto ricattabili.
Ciò detto, e potremmo parlarne all’ infinito, personalmente ho trovato un aiuto alla mia stanchezza esistenziale fuori dal lavoro in un gruppo laboratorio che abbiamo dedicato alla cura del sé.
Attraverso gli incontri in cui utilizziamo il metodo della narrazione abbiamo imparato che stare bene con noi stessi ci aiuta a stare bene con gli altri. Abbiamo scoperto che le nostre storie di vita comunicano se impariamo ad ascoltare chi ci sta vicino.
Mio fratello,quando lavorava come psicomotricità, utilizzava la sua passione per la danza per recuperare forze fisiche e mentali. Forse dobbiamo scoprire le nostre passioni. Ora che mi avete quasi fatto bruciare il pranzo, ci lascio.
P.S. Io lavoro in casa famiglia per donne con bimbi.
Teresa